«L’Italia sta morendo. I nuovi dati Istat sul crollo delle nascite sono il bollettino di un disastro nazionale annunciato da tempo, ma ancora sottovalutato da società e istituzioni. La Legge di Bilancio in preparazione contiene alcune misure positive – come l’estensione del congedo parentale fino ai 14 anni del figlio – ma non rappresenta quella rivoluzione copernicana necessaria per invertire la rotta. Servono interventi strutturali: una revisione più profonda dell’ISEE che alleggerisca il peso della prima casa, politiche di conciliazione che non mettano in competizione lavoro e maternità e un sistema fiscale a quoziente familiare: più figli, meno tasse. Il rilancio della natalità passa dal rilancio della famiglia, e questo dal rilancio del matrimonio. Lo Stato deve incoraggiare la formazione di nuove famiglie, come afferma l’articolo 30 della Costituzione, con politiche del lavoro e abitative dedicate ai giovani e servizi sociali che sostengano le coppie in difficoltà. Dal futuro della famiglia dipende il futuro dell’Italia».
Così Pro Vita & Famiglia Onlus commenta i nuovi dati Istat, che nei primi sette mesi del 2025 registrano un calo del 6,3% delle nascite rispetto allo stesso periodo del 2024, con un tasso di fecondità medio di 1,13 figli per donna, il minimo storico.
Foto di grisguerra da Pixabay

Guardare a quel che fa l’Ungheria