Il 13 ottobre 1917, nella Cova da Iria, in un piccolo villaggio portoghese chiamato Fátima, si consumò uno degli eventi più grandiosi e sconcertanti della storia dell’umanità: il Miracolo del Sole.
Davanti a decine di migliaia di testimoni, tra i quali vi erano credenti e scettici, contadini e giornalisti, uomini di fede e anticlericali convinti, il cielo si aprì per confermare, in modo tangibile, la verità delle apparizioni della Santissima Vergine ai tre pastorelli Lucia, Francesco e Giacinta.
Non si trattò di una visione mistica privata, ma di un segno pubblico, un prodigio celeste che sfidava le leggi della fisica e metteva a nudo l’impotenza del razionalismo moderno di fronte all’evidenza del soprannaturale.

Il sole, dopo una pioggia incessante che aveva trasformato il terreno in un pantano, si fece strada tra le nubi e, dinanzi agli occhi sbigottiti della moltitudine, cominciò a roteare, a vibrare, a lanciarsi verso la terra in una danza di fuoco e di luce che fece gridare molti al miracolo e altri alla fine del mondo.
Eppure, non vi fu distruzione: solo il timore santo, il pentimento improvviso, il riconoscimento dell’onnipotenza di Dio e della verità della Sua Madre Santissima.
Gli abiti fradici si asciugarono in pochi istanti, la terra ridivenne ferma, e il popolo, inginocchiato, intonò il rosario tra lacrime di commozione e di riconciliazione.
Così la Santissima Trinità, per intercessione della Beata Vergine Maria, volle imprimere nel cuore dell’uomo moderno, immerso nel culto della scienza e dell’autosufficienza, un segno inconfutabile della propria esistenza e della propria misericordia.
Non fu un caso che il miracolo avvenisse nel 1917, anno in cui l’Europa, lacerata dalla guerra e dal materialismo crescente, vedeva sorgere il mostro del comunismo ateo e l’inizio di una lunga e dolorosa apostasia dell’umanità.
La Madonna di Fátima apparve come la Regina del Rosario, Madre addolorata che implorava penitenza, conversione e preghiera per salvare le anime e il mondo intero dalla rovina. Il miracolo del sole non fu dunque un semplice fenomeno atmosferico – come si affrettarono a dire i razionalisti – ma il sigillo divino su un messaggio profetico: un avvertimento di misericordia prima della giustizia, un richiamo potente alla fedeltà alla Tradizione, al ritorno ai sacramenti, alla consacrazione del cuore, alla riparazione dei peccati che offendono Dio.
Ogni tentativo di spiegare quel giorno con categorie puramente scientifiche è destinato al fallimento, perché ciò che accadde a Fátima trascende le leggi naturali e rimane, come un sole che non tramonta, la prova che il Cielo non abbandona la terra, anche quando questa sembra voler negare il suo Creatore.
In un secolo di tenebre, di apostasia, di confusione dottrinale e liturgica, il miracolo del sole si erge come un faro che ricorda ai fedeli la verità immutabile del soprannaturale e la necessità di un ritorno al cuore stesso della fede cattolica: adorare Dio, onorare Maria, salvare le anime.
Ogni cattolico, contemplando quel prodigio, non può che vedere in esso una conferma solenne del potere d’intercessione della Vergine e della continuità del messaggio celeste che invita alla penitenza e alla fedeltà al Vangelo di sempre.
Fátima non è un mito, non è una leggenda, ma un evento storico che proclama l’esistenza viva di Dio in un mondo che Lo nega.
E il sole che danzò nel cielo del Portogallo non è che un riflesso della luce eterna che attende coloro che, fedeli alla Tradizione e alla grazia, risponderanno all’appello di Maria: “Non offendano più Dio, Nostro Signore, che è già troppo offeso”.
