Il fatto che un giudice stia obbligando una Asl a fornire a un cittadino uno strumento per uccidersi rende bene l’idea dei danni immani provocati all’ordinamento giuridico e al Sistema Sanitario Nazionale dalle sentenze politiche della Corte Costituzionale sul suicidio assistito. La decisione del giudice di Firenze, infatti, segue quanto affermato dalla Corte Costituzionale nella sentenza 132/2025, che si riferisce a un presunto “diritto” del malato di essere aiutato a morire con l’intervento diretto del Servizio Sanitario Nazionale dalla fase di verifica dei requisiti fino a quella dell’esecuzione pratica della procedura. La Consulta ha trasformato le Aziende Sanitarie Locali in Aziende Suicidi Lampo: è nauseante che le tasse che i cittadini pagano per costruire ospedali, pagare medici e acquistare medicinali siano impiegate per aiutare altri cittadini a suicidarsi.
Così, in una nota, Pro Vita & Famiglia onlus, commenta la decisione del giudice di Firenze che ha ordinato all’Asl Toscana Nord Ovest di fornire entro 15 giorni la strumentazione, verificandone funzionalità e compatibilità, per permettere a “Libera”, una donna toscana di 55 anni affetta da sclerosi multipla progressiva, di suicidarsi.
