Ho letto l’articolo da voi pubblicato sul ‘Sahelistan‘… che, riassume in poche linee la complessità di quanto accade nel Sahel centrale.
C’è stato un duplice fallimento che ha contribuito a facilitare quanto descrivete:
– Quello del progetto neocoloniale (materie prime, geopolitica, controllo migrazioni).
– Quello della classe politica e intellettuale di questi Paesi che ha tradito il popolo, l’Islam e loro stessi.
I cittadini, i popoli di questi Paesi non hanno mai sentito lo ‘stato’ come loro e neppure si sentivano parte dello stato a motivo della strategia di arricchimento ‘patrimoniale’ nello stato e la corruzione conseguente.
Gli attacchi armati dei gruppi ‘insurgenti’ in questo spazio hanno portato al potere i militari che, storicamente’ era, coi religiosi, il gruppo che gestiva il potere.
Quanto accade è anche dovuto all’incapacità (o non volontà) dei vari attori (Francia, Occidente, ONU, etc.) che hanno tentato di ridare sicurezza ai popoli coinvolti in questa operazione ‘jihadista’.
Vi sieti dimenticati che i militari continuano a tenere ostaggio il presidente Mohammed Bazoum e la sua sposa da luglio 2023 e che hanno completamente fallito nelle promesse di ridare sicurezza e lottare contro la corruzione.
Riferendovi all’Italia, che avete presa come esempio da seguire, ricordo che l’Italia sta semplicemente collaborando a tenere in piedi un regime militare corrotto e despotico.
Mauro Armanino
Già missionario in Niger della Società Missioni Africane (SMA)
Foto di copertina di Peggy und Marco Lachmann-Anke da Pixabay
